Ieri il mio fantastico “web guru” , Vlad Soto, mi raccontava di quando negli anni’ 80 e 90 a New York, gli artisti con i quali stava studiando lo reclutavano per i loro giri notturni il mercoledì notte per le strade della grande mela.Niente di così proibito nelle notti di NY : andavano in cercadei tesori nascostitra le cose che la gente era solita buttareproprio il mercoledi sera: cassettiere, tavolini, scaffali , lampade..ovviamente un po’ deteriorate, segnate dal tempo che gli era passato addosso. Un po’ “shabby”, appunto.
Ma quegli stessi oggetti nei loro loft di SoHo e del Greenwich Village , quando SoHo era ormai diventato roba per ricchi, sprigionavano tornavano giovani anzi, più in forma che mai, in grado di sprigionare tutta la loro poesia e bellezza grazie al contrasto con i materiali industriali dei meravigliosi cast iron building.
Uno stile shabby diverso da quello tutto rose e pizzi di origine inglese, più ruvido e più curioso. Proprio lo stile bababuà dico io , non così shabby. Not so shabby. un’espressione slang che significa “non male, ben fatto. ”bababuà : not so shabby (chic) furniture